Ma te pensa, un laureato, sono un laureato, un
l-a-u-r-e-a-t-o. Da oggi sono un
laureato.
Si, un pezzo di carta per mettermi in coda al niente: i
laureati che devono accedere allo sportello del niente a destra, i laureati che
devono accedere allo sportello del nulla a sinistra.
Si, fanculo, almeno io un pezzo di carta ce l’ho e posso
comprarmi un biglietto per Baku, Singapore, Seattle. Il mondo di oggi è
piccolo, una volta si andava a Milano, adesso si va ad una decina di meridiani
di distanza, o ad un centinaio. Così, a fare esperienza o a diventare qualcuno
dove si riesce ancora a diventare qualcuno, via da questa vecchia Europa
imbolsita che non sa rinascere….
Si ma forse sto. Un pezzo di carta ce l’ho, se serve mi
metterò in fila per il nulla o il niente, o prenderò il biglietto per Baku, ma
intanto voglio provare a scrivere, a pubblicare. Magari riesco a camparci, a
scrivere la cosa giusta al momento giusto, vivere di una cosa che mi piace fare. E magari riesco a diventare
famoso come Baricco ed emozionare chi mi legge….
Forse potrei stare e rendermi utile al mio paese, alla mia
città. Forse è un dovere! Che in tanto schifo qualcuno si metta, non per
interesse, per ingrassare se stesso ed i propri amici, a pensare a questo
paese, o alla propria città. Potrei candidarmi alle prossime amministrative, al mio paese, fare qualcosa per i giovani…
Forse doveri scegliere. Ma scegliere cosa, se poi tutto si
risolve sempre con una botta di culo o una conoscenza. A cosa mi serve
scegliere ed investirci, impegnarmi….
Forse passerà in fretta questo mondo di adesso, questo paese
che va indietro. Forse presto avremo un governo che saprà pensare a questo
paese e saprà far tornare la speranza.
Certo che è una gran fatica l’essersi laureato.
Bè, intanto, il piacere di guardare il lago in questi giorni
azzurri di settembre non me lo può togliere nessuno. E la soddisfazione per
aver finito qualcosa, neanche.
Poi vedremo.
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