lunedì 23 settembre 2013

All'amico laureato

Ma te pensa, un laureato, sono un laureato, un l-a-u-r-e-a-t-o.  Da oggi sono un laureato.
Si, un pezzo di carta per mettermi in coda al niente: i laureati che devono accedere allo sportello del niente a destra, i laureati che devono accedere allo sportello del nulla a sinistra.
Si, fanculo, almeno io un pezzo di carta ce l’ho e posso comprarmi un biglietto per Baku, Singapore, Seattle. Il mondo di oggi è piccolo, una volta si andava a Milano, adesso si va ad una decina di meridiani di distanza, o ad un centinaio. Così, a fare esperienza o a diventare qualcuno dove si riesce ancora a diventare qualcuno, via da questa vecchia Europa imbolsita che non sa rinascere….
Si ma forse sto. Un pezzo di carta ce l’ho, se serve mi metterò in fila per il nulla o il niente, o prenderò il biglietto per Baku, ma intanto voglio provare a scrivere, a pubblicare. Magari riesco a camparci, a scrivere la cosa giusta al momento giusto, vivere di una cosa che  mi piace fare. E magari riesco a diventare famoso come Baricco ed emozionare chi mi legge….
Forse potrei stare e rendermi utile al mio paese, alla mia città. Forse è un dovere! Che in tanto schifo qualcuno si metta, non per interesse, per ingrassare se stesso ed i propri amici, a pensare a questo paese, o alla propria città. Potrei candidarmi alle prossime amministrative,  al mio paese, fare qualcosa per i giovani…
Forse doveri scegliere. Ma scegliere cosa, se poi tutto si risolve sempre con una botta di culo o una conoscenza. A cosa mi serve scegliere ed investirci, impegnarmi….
Forse passerà in fretta questo mondo di adesso, questo paese che va indietro. Forse presto avremo un governo che saprà pensare a questo paese e saprà far tornare la speranza.
Certo che è una gran fatica l’essersi laureato.
Bè, intanto, il piacere di guardare il lago in questi giorni azzurri di settembre non me lo può togliere nessuno. E la soddisfazione per aver finito qualcosa, neanche.

Poi vedremo.

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